Homers & gabetti group: un’indagine sulle potenzialità del co-housing in italia.
UNA FOTOGRAFIA DEL CO-HOUSING TRA NUOVI TREND E OPPORTUNITÀ PER IL REAL ESTATE
Torino, 19 Marzo
“Il cohousing è un modo di abitare in cui riscoprire i valori della collaborazione e della cura reciproca, partendo dalle comunità di vicinato. […] Un modello inclusivo capace di rinsaldare i legami tra le generazioni e che offra allo stesso tempo spazi su misura accoglienti, funzionali e belli.”
Matteo Robiglio, Homers.
Pensare a un’offerta abitativa rispondente alla domanda di mercato significa prendere in considerazione stili di vita tipici della società contemporanea. Flessibilità, frammentazione demografica e invecchiamento sono alcuni dei bisogni a cui la “casa” dovrebbe rispondere proponendo un modello che garantisca prossimità ai servizi, socialità e cura reciproca.
Il cohousing, che prevede abitazioni private insieme a spazi e servizi in comune, risulta così essere estremamente attuale. Come dimostra la ricerca condotta da Homers e Gabetti sulle potenzialità del mercato del co-housing in Italia, una vera e propria asset class su cui investire.
“Lo studio dimostra la scalabilità nazionale di questo modello abitativo promettente, virtuoso, flessibile che si adatta alle esigenze di diversi target, e per questo attrattivo per gli investitori.”
Enrico Cestari, Gabetti Home Value
Anche Roaul Ravara di Assoimmobiliare, società nazionale delle società attive nel real estate aderente a Confindustria, conferma che il cohousing sta prendendo sempre più piede nel mercato immobiliare italiano. Ravara preside infatti il comitato residenza il cui focus è l’analisi dei trend abitativi e delle evoluzioni del settore immobiliare.
Le analisi svolte tramite survey ad agenti immobiliari e potenziali cohousers ci hanno aiutato a individuare “potenziali target relativi non solo a una fascia di età o di reddito ma anche in termini attitudinali o psicografici. Questo ci ha dato modo di definire un identikit del possibile soggetto a cui rivolgere questa opportunità, nel momento in cui questo tipo di asset class rientri nei radar non solamente degli investitori ma anche delle istituzioni che lo possono vedere come una possibile risposta rispetto alle tante tematiche che gravitano nel nostro contesto urbano.” Conclude Cestari
Per saperne di più guarda l’intervista integrale sull’argomento realizzata da Il Quotidiano Immobiliare
→ https://bit.ly/Intervista-Quotidiano-Immobiliare