Recentemente sono stati annunciati i vincitori dell’Archdaily Building of the Year Award 2023. 4500 progetti nominati, 75 finalisti e 15 vincitori che esemplificano l’innovazione, la sostenibilità, il design e la funzionalità in campo architettonico. Siamo felici del fatto che ancora una volta il cohousing si sia affermato come un modello meritevole: tra i progetti nominati troviamo infatti il progetto di OfficeEU Architects for urbanity a Leuven in Belgio dove i diversi spazi comuni – dalla cucina alla sala da pranzo, dal soggiorno alla lavanderia – creano un ambiente vitale e ricco di relazioni.
Vincitore della categoria Housing invece è Terrace House di Austin Maynard Architects: un progetto di cohousing altamente sostenibile, la cui qualità è stata riconosciuta già da diversi premi. Si tratta di un edificio multipiano costruito nel 2021 nel sobborgo di Brunswick in Australia che equilibria l’intimità domestica con la vita comunitaria tipica delle case a schiera che lo precedevano. “Feste di strada, assistenza all’infanzia condivisa, giardini comuni, conversazioni sullo stendibiancheria e porte d’ingresso aperte: questi ideali sono alla base di Terrace House. Questi non sono appartamenti: sono case” si può leggere sul sito di Austin Maynard Architects.
Orientato ad una comunità interconnessa e sostenibile, il progetto salvaguarda non solo il benessere dei suoi abitanti ma anche l’ambiente con giardini e orti comuni, parcheggi per biciclette ed una tecnologia costruttiva che lo rende privo di combustibili fossili. I materiali sono infatti studiati per ridurre al massimo l’impronta di carbonio: la tecnologia è resa efficiente integrando sistemi passivi e tecnologici tra cui la tenuta all’aria; l’alto isolamento; i pannelli fotovoltaici e l’energy recovery ventilation, un sistema di ventilazione meccanica che consente di ridurre i consumi sfruttando l’aria esausta espulsa dall’interno ma già deumidificata. Tutto questo ha consentito all’edificio di ottenere un punteggio NatHERS (scala di valutazione per l’efficienza energetica in Australia) di 8.1 su 10. Case progettate dunque per essere efficienti sotto il punto di vista funzionale ed energetico, abbattendo così anche i costi di gestione.
L’obiettivo del progetto è quello di “creare case incentrate sulla comunità” accessibili, etiche e resistenti di fronte alla crescente crisi climatica. Il progetto infatti non è esclusivamente un cohousing, quindi con residenze private e degli spazi e servizi condivisi, ma è anche un social housing, cioè indirizzato a persone con fragilità economiche grazie all’applicazione di canoni calmierati.
“Nella nostra fascia di reddito le opzioni per la proprietà della casa sono limitate allo sprawl suburbano, con un lungo tragitto per andare al lavoro (che probabilmente richiede un’auto), o a una scatola da scarpe nel centro città non adatta a crescere bambini piccoli. Di certo non saremmo mai in grado di permetterci una nuova costruzione progettata da un architetto, figuriamoci una a Brunswick. Terrace House ci ha dato la tranquillità di poter vivere senza auto e spensierati in un quartiere a pochi passi da tutti i servizi di cui abbiamo bisogno, oltre alla tranquillità di poter crescere i nostri figli in una comunità stabile”.
Paula, residente a Terrace House.
L’edificio è costituito da 20 alloggi, bilo e trilocali, dalle grandi dimensioni fino a 130 mq, ciascuno con grandi affacci esterni e una veranda. Questo viene arricchito da una lavanderia e una sala ricreativa in comune, oltre ad un orto sul tetto.
“Come abitante, quello che penso davvero che Austin Maynard Architects abbia progettato e costruito qui, prima di tutto, è una comunità. Una comunità di persone che la pensano allo stesso modo, che sono state riunite da valori condivisi rafforzati dalla co-progettazione. Coinvolgendoci tutti nelle decisioni progettuali, AMA ha dato ai residenti il permesso di rendere nostro questo edificio”.
Paula, residente a Terrace House