Vi presentiamo il racconto della nostra Giorgia Di Cintio, architetto che ha appena concluso la sua esperienza di tirocinio con noi, in collaborazione con il Master U-Rise.
L’intervista è stata realizzata e pubblicata sul sito del Master tra i racconti di tirocinio.
Sono Giorgia Di Cintio, architetto e Ph.D. Europaeus. Sono nata nel 1989 a Pescara, dove ho svolto, per la gran parte, i miei studi universitari. Tuttavia, sono sempre stata incuriosita dal confronto con realtà differenti e per tale ragione ho scelto di trascorrere dei periodi all’estero.
La prima volta nel 2013, durante gli studi magistrali, per un semestre di formazione presso l’École Nationale Supérieure d’Architecture de Paris-La Villette (ENSAPLV), dove mi sono occupata della rigenerazione su base culturale di un’ex area industriale nella periferia parigina.
La seconda volta nel 2017, in qualità di visiting scholar, presso il Laboratoire Architecture Anthropologie dell’ENSAPLV. Le ricerche qui svolte sono state fondamentali per la scrittura della mia tesi di dottorato che, attraverso il racconto di pratiche virtuose sperimentate in differenti casi europei, indaga gli impatti socio-spaziali di strategie di rigenerazione inclusive nei quartieri di edilizia sociale.
Dal 2017 sono diventata inoltre membro dell’European Network for Housing Research dove mi occupo di collaborative housing.
Sebbene queste esperienze mi abbiano notevolmente formato, sentivo la necessità di implementare le conoscenze acquisite e di sperimentare le pratiche di rigenerazione urbana, affinando il mio profilo professionale. Ho deciso perciò di iscrivermi al Master U-Rise, scegliendo di fare il tirocinio questa volta in Italia, al fine di contribuire alla co-creazione di un impatto sociale positivo sul nostro territorio. Oramai ho quasi terminato il mio percorso formativo presso Homers a Torino, che ho individuato come l’occasione per integrare la dimensione di ricerca alla pratica di
architettura. Homers, infatti, è un’impresa benefit innovativa che si occupa di individuare immobili dimessi e rigenerarli in cohousing, attraverso un’attività di co-progettazione con i futuri abitanti. Il valore aggiunto di Homers per me risiede nella sua équipe multidisciplinare, capace di integrare sensibilità e competenze differenti, al fine di offrire una proposta abitativa innovativa e inclusiva.
Ci racconti brevemente il progetto o i progetti a cui stai lavorando?
All’interno di Homers ho avuto sin da subito l’occasione di valorizzare la mia formazione. Sono stata infatti inserita nel team di progettazione di un cohousing che nascerà a Barriera di Milano, in una zona in rapida evoluzione della periferia torinese.
Seguendo questo processo, mi sono occupata trasversalmente di diversi aspetti: dagli eventi di promozione e diffusione, allo studio di soluzioni di engagement dei possibili interessati, dall’analisi dei bisogni strutturati mediante un database, fino allo studio preliminare delle planimetrie. Infatti nella proposta di valore di Homers, si cerca di produrre delle soluzioni abitative innovative, arricchite da spazi e servizi condivisi. Lo studio di fattibilità e la ricerca fatta per l’elaborazione di queste proposte, diventa poi materiale di co-progettazione con i futuri cohousers. Proprio in questi giorni stiamo incontrando gli interessati per finalizzare le loro esigenze in delle configurazioni il più possibile ‘su misura’ rispetto ai bisogni espressi. Il progetto poi continuerà accompagnando la formazione della comunità, che si sta avviando in questi primi eventi, fino alla costituzione del cohousing, supportandone richieste e necessità lungo tutto il processo, che si concluderà con il loro ingresso nell’immobile.
Sono molto contenta di questo percorso perché, oltre che darmi l’occasione di potermi applicare nell’ambito che mi appassiona e che ritengo sia di rilevanza collettiva, offre numerosi momenti scambio con il team e con i tutor, accrescendo la mia formazione ed esperienza. Oggi inoltre, posso dire che al termine del tirocinio, continuerò questo bellissimo percorso come parte del team di Homers, proseguendo la co-progettazione del cohousing a Barriera di Milano, e speriamo di ancora altri progetti.
Una riflessione sullo stato attuale: in che modo la realtà in cui stai svolgendo il tirocinio ha reagito, e sta reagendo, all’attuale pandemia?
Homers sta cercando di far fronte all’emergenza, non fermando la sua attività. Anzi una parte del mio tirocinio consiste nel co-progettare con il team sotto la supervisione dei tutor, prof. arch. Matteo Robiglio e arch. Isabelle Toussaint, gli strumenti di interazione con gli abitanti, per la facilitazione degli incontri anche in remoto.
Poi nella quotidianità lavorativa, continuiamo la nostra attività in sede, nel rispetto del distanziamento e delle normative, integrando ove necessario soluzioni di smart working.