Un progetto di cohousing tra i sette finalisti per il prestigioso premio EU Mies Award 2022

Il cohousing torna a far parlare di sé, questa volta sul palcoscenico di uno dei più celebri premi di architettura: l’EU Mies Award. Sono ben tre i progetti di cohousing che hanno passato la prima selezione, superando nella sfida altri 490 progetti e classificandosi tra i 40 selezionati per l’ultima fase del concorso. Questa ulteriore selezione ha visto La Borda classificarsi tra i primi 7 progetti finalisti.

L’EU Mies Award prende il nome dall’ architetto Mies van der Rohe, noto per l’eleganza minimalista, contraddistinta dalla frase “Less is more”. Come per le opere del maestro Mies, si tratta di eccellenze architettoniche europee, premiate con lo scopo di promuovere la qualità come valore universale, in maniera indipendente dal programma o dalla scala dell’edificio.

I progetti

Gleis 21 di einszueins Architektur a Vienna, Vindmøllebakken di Helen&Hard a Stavanger in Norvegia e La Borda di Lacol a Barcellona sono i tre progetti di cohousing candidati tra i 40 finalisti. Tra questi La Borda concorrerà, contro un solo altro progetto, per aggiudicarsi il primo premio per l’Architettura Emergente. Tutti e tre i progetti coniugano vita comunitaria e qualità architettonica. Condividere significa non solo creare una rete solidale di vicinato, ma anche, in questo caso, avere l’opportunità di spazi fuori dall’ordinario: stanze a doppia o tripla altezza, ballatoi che si dilatano e diventano luogo di incontro e di sosta, poter godere di ampie terrazze, di un grande giardino, e, perchè no, di qualche comfort in più, come una sauna o una piscina sul tetto, ad esempio.

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Situato su un lungo lotto lungo il parco Helmut Zilk, Gleis 21 è concepito come un blocco compatto in cui il piano terra e l’attico sono riservati esclusivamente agli usi comuni. L’edificio si sviluppa su quattro piani, distribuiti grazie ad uno spazioso ballatoio che si dilata per ospitare delle sedute ed invitare i residenti alla sosta e all’incontro. A partire da una maglia strutturale regolare, il taglio degli appartamenti è stato modulato secondo i desideri degli abitanti, così da garantire ad ognuno la casa dei propri sogni. 

“Gaining by sharing” (Guadagnare dalla condivisione) è il motto della comunità abitativa Vindmøllebakken, un concetto di abitare basato sul possedere meno privatamente, ma condividere di più collettivamente. Le casette, che costituiscono sia gli spazi comuni che le unità abitative private, sono distribuite attorno ad un ampio cortile interno e da un soggiorno a doppia altezza, cuore pulsante del complesso. Le scale monumentali al suo interno sono una volta delle sedute, un’altra degli spalti per assistere alla proiezione di un film, un’altra ancora luogo di assemblea. Ciascun appartamento, sviluppato su più livelli, è dotato di balconi e terrazza sul tetto, per godere della luce e della vita all’aperto

Il progetto finalista: La Borda, Barcellona

Nel progetto La Borda, una cooperativa d’abitazione nata per iniziativa della comunità di quartiere, tutti gli appartamenti e gli spazi comuni si affacciano su una bellissima corte centrale coperta che permette di godere di moltissima luce e, a chi la percorre, dà immediatamente la sensazione di uno spazio ampio e arioso

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C’è anche una ragione climatica: l’aria calda sale verso l’alto dove si raffredda per poi tornare in circolo, garantendo così la regolazione della temperatura e la ventilazione naturale. Gli spazi comuni comprendono una cucina di 80 m2, che può essere utilizzata per i pasti in comune o come punto di incontro, uno spazio multiuso coperto di 100 m2due camere per gli ospiti, una lavanderia, il patio dove si trova il parcheggio per le biciclette e terrazze esterne. Gli appartamenti privati variano secondo tre tipologie (40 m2, 58 m2 e 76 m2) e possono essere adattati alle esigenze individuali dal momento che la progettazione ha contemplato la loro estensione o riduzione attraverso lo spostamento delle pareti divisorie interne in legno.

 

 Il punto di partenza per l’idea di progetto è stata quella di scardinare il programma della residenza collettiva ordinaria, e concepire l’edificio non come una somma di appartamenti individuali, ma come un’unica casa condivisa che confonde il confine tra spazio privato e collettivo. La bellezza degli spazi e l’originalità delle soluzioni sono gli ingredienti che potrebbero valere al progetto il primo premio EUMiesAward per l’Architettura Emergente. 

Sostenibilità ambientale

Oltre alla bellezza, viene premiata anche la sostenibilità ambientale. L’edilizia ha un impatto ambientale notoriamente alto: secondo alcune stime, rappresenta fino al 40% delle emissioni globali di carbonio. Le comunità di abitanti che portano avanti iniziative di cohousing sono spesso motivate da una base valoriale comune. L’aspirazione condivisa è quella di uno stile di vita ecosostenibile e di autosufficienza, grazie a tecnologie di riciclo delle risorse e fonti energetiche rinnovabili. I tre progetti in concorso coniugano la qualità dell’abitare e il basso impatto ambientale, grazie a strategie di riscaldamento e raffrescamento passivo che permettono di raggiungere il comfort abitativo con un minor consumo di energie.

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Le strutture sono in pannelli prefabbricati in legno Xlam, un materiale dalle alte prestazioni sia meccaniche che di coibenza termica e acustica. L’assemblaggio a secco e la velocità costruttiva permettono di ridurre sia gli inquinanti che i tempi di cantiere. 

Ad aprile sarà annunciato il vincitore. Nel frattempo Homers porta avanti il lavoro di progettazione e diffusione della cultura sul cohousing in Italia. Chissà che il prossimo progetto di cohousing in gara non sia proprio qui!

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