Il cohousing intergenerazionale è caratterizzato da una varietà di strutture familiari: giovani coppie con figli, anziani e pensionati, famiglie monoparentali e single. Vivere insieme attraverso le generazioni ha vantaggi per tutte le età. Coloro che si trovano in fasi diverse della vita tendono ad avere bisogni e capacità diverse di aiutarsi a vicenda: l’anziano con molto tempo a disposizione e con uno scarso grado di autonomia potrebbe essere la persona perfetta per tenere d’occhio un adolescente la cui madre lavora tutto il pomeriggio e va a fare la spesa per entrambe le famiglie mentre torna a casa.
Questa composizione diversificata è ciò che rende possibili comunità di cohousing ben funzionanti e ben gestite. I residenti con orario più libero o flessibile contribuiscono all’organizzazione di eventi e incontri; i residenti più giovani contribuiscono con le proprie attività e tutti mettono a disposizione della comunità le loro capacità e competenze.
Cohousing intergenerazionale: alcuni esempi
Ne è un esempio il progetto Kraftwerk 2, a venti minuti dal centro di Zurigo. Gli abitanti di sono famiglie con bambini, giovani coppie, single e anziani che vivono insieme in un gruppo non legato da vincoli familiari ma che condivide tutti i rituali della quotidianità. I residenti di Kraftwerk 2 hanno stilato un “elenco delle presenze”, in modo da avere sempre qualcuno con cui condividere il pasto serale e con cui parlare nella grande e accogliente cucina comune. La grande varietà tipologica delle unità abitative risponde alle diverse necessità di una comunità intergenerazionale ed eterogenea: ci sono camere singole con accesso alla zona living con cucina comune e unità più grandi con soggiorno e sala da pranzo privati.
Tutti gli accessi agli alloggi privati avvengono attraverso lo spazio collettivo: i residenti vengono così incoraggiati a trascorrere del tempo negli spazi comuni. Nella relazione tra le sue caratteristiche spaziali e la sua struttura di governance, sembra esserci la capacità di far emergere una cura mutua e un senso di comunità che vanno oltre lo spazio della singola unità abitativa familiare.
Un altro progetto è Three Generations House realizzato dallo studio di architettura olandese BETA che ha costruito ad Amsterdam una casa multigenerazionale con una scala gialla centrale che si collega ai diversi alloggi. Il sistema distributivo posto al centro dell’edificio ne diventa il punto focale, il perno attorno al quale si svolge la vita della comunità. Gli spazi sono organizzati sui diversi livelli secondo un gradiente che va dal pubblico al privato: spazi di lavoro che si affacciano sul cortile interno al piano terra, spazi per accogliere gli ospiti al piano superiore e zona notte all’ultimo piano. Anche la pianta della casa riflette questa transizione tra pubblico e privato, passando da ambienti più intimi e compartimentati a nord a spazi abitativi più aperti e luminosi a sud.
Cofinanziato dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale, attraverso l’iniziativa Urban Innovative Actions che promuove progetti di sviluppo urbano sostenibile, a Bruxelles troviamo l’esperienza di Calico ‘CAre and LIving in COmmunity’. Si tratta di un cohousing di 34 appartamenti in stretta relazione con il quartiere in cui è inserito grazie alla presenza di un ‘giardino di comunità’. I punti focali del progetto sono la cura reciproca, che scaturisce dall’elevata diversificazione degli abitanti sia sociale che generazionale, e la possibilità di accesso ad un alloggio di qualità nella cornice di un Community Land Trust. Assicurando la presenza di tutte le generazioni nel progetto, CALICO garantisce a tutti, secondo le proprie possibilità e i propri desideri, di partecipare attivamente alla vita della comunità. Sono inoltre presenti servizi dedicati all’accompagnamento delle famiglie alle nuove nascite e ai bisogni specifici dei più anziani, rendendo l’atmosfera complessivamente familiare.
Alcune considerazioni sui cohousing intergenerazionali
Secondo una stima attendibile, oggi in Danimarca ci sono circa 150 comunità di cohousing intergenerazionale, mentre sono circa 250 le comunità abitative per anziani –seniorbofællesskaber– che sono state fondate negli ultimi tre decenni. In Italia, il lavoro di mappatura svolto da Homers in collaborazione con Housing Lab, ha individuato 28 comunità di cui il 78% sono intergenerazionali. Si può dedurre che la presenza di diverse generazioni all’interno della comunità abitativa sia, oltre che un approccio comune, un ingrediente essenziale nella riuscita di un progetto di cohousing, grazie alla ricchezza dei contributi che ciascuno, secondo le diverse fasi della vita e le diverse esperienze che ne derivano, può apportare alla comunità. Il cohousing multigenerazionale è quindi una formula vincente per dare risposta alla domanda emergente di abitare condiviso, in contrasto alla solitudine e alla frammentazione che caratterizzano la società contemporanea. Come Homers auspichiamo che questa tipologia progettuale nonché modello di abitare innovativo trovi sempre più diffusione ed attuazione in Italia, anche grazie alla nostra attività.
Riferimenti bibliografici
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Finney, T. Housing cooperatives: Domesticity’s challenge, a call to arms. Architectureau, 12 settembre 2018, consultato il 4-06-2022
Griffiths, A. Yellow stairs connect living spaces in Three-Generation House by BETA. Dezeen, 22 aprile 2019, consultato il 4-06-2022
Gutzon, H.L., (2019) Three phases of Danish cohousing: tenure and the development of an alternative housing form, In Housing Studies, 34:8, p.1361
Jacobs, K. Don’t Mind the Gap in Intergenerational Housing, The New York Times, 2 settembre 2021, consultato il 4-06-2022
The CALICO project, consultato il 16-06-2022