Nuovi spazi per l’abitare collaborativo
Alla scoperta del Festival Cara Casa
Si è da poco conclusa la tappa milanese del Festival Cara Casa. Sono state giornate intense che tra mostre, passeggiate urbane, dibattiti pubblici e workshop hanno affrontato il tema dell’abitare evidenziando le trasformazioni in corso, in termini di modelli ma anche di bisogni.
Il confronto tra progettisti e abitanti ha messo in evidenza un’evoluzione netta dei modi di vivere la casa con spazi sempre più ibridi e fluidi pronti ad accogliere funzioni che variano in base al mutare delle necessità, nel breve e lungo periodo. In risposta alle nuove pratiche quotidiane lo spazio si trasforma e si moltiplica anche all’esterno del proprio alloggio: giardini e spazi multiuso da condividere con i propri vicini di casa per rispondere a esigenze relazionali e spaziali altrimenti difficilmente soddisfabili.
Un esempio di come questa trasformazione degli spazi domestici possa scalarsi passando dalla dimensione dell’ interior design alla ridefinizione tipologica, rimasta immutata nella norma da quasi due secoli, sono i progetti dei barcellonesi Peris+Toral Arquitectes che hanno partecipato al secondo degli incontri in programma. Nei loro progetti di abitare collettivo la sostenibilità è stata raggiunta curando e integrando ogni dettaglio nel concept generale: dagli aspetti ambientali e costruttivi a quelli sociali ed economici. Elementi come i giardini di inverno, ad esempio, vengono inseriti nei progetti come dispositivi di regolazione climatica ma allo stesso tempo come spazi che innovano la distribuzione spaziale tra gli alloggi. Un’esemplificazione di housing affordable, o abbordabile come è stato definito durante la conferenza, che ingloba l’efficienza energetica non solo come attenzione all’ambiente ma anche al comfort degli abitanti e alle loro ‘tasche’.
Nelle diverse giornate di lavoro del Festival è emersa quindi ancora una volta la necessità di ripensare le nostre case inglobando spazi di condivisione e reciprocità per una migliore qualità della vita. Espansione contro compartimentazione; variazione contro monotonia; intergenerazionalità contro solitudine: questi i principi che disegnano i nuovi spazi domestici. Problemi di cura comuni richiedono una soluzione collettiva, notava già quasi un secolo fa il premio Nobel per la pace Alva Myrdal. La casa si conferma come un laboratorio dove poter trovare spazi condivisi per la cura di sé e dell’altro e in cui sperimentare innovazione sociale.