Tra le varie attività di Homers c’è anche una costante ricerca sul mondo del cohousing, grazie alla quale ci proponiamo di studiare, analizzare e mappare le realtà esistenti, sia in Italia, sia all’estero. Ad esempio, per quanto riguarda il panorama italiano, in collaborazione con HousingLab, abbiamo aggiornato la mappa dei cohousing presenti oggi in Italia.

Sul piano internazionale invece, spesso ci occupiamo di approfondire dei casi studio esemplicativi di best practises e, negli scorsi mesi, abbiamo visitato due cohousing in Europa di notevole interesse. Sebbene entrambi presentino delle unità private indipendenti con degli spazi in comune, essi si sono rivelati molto diversi tra loro nell’applicare questo modello di condivisione.

Due esempi internazionali di cohousing

Il primo cohousing che abbiamo visitato è a Boterberg, una tenuta nella campagna presso Kalmthout, in Belgio, dove un antico castello del 1800, fattoria, fienile e casa del giardiniere sono stati riconvertiti in cohousing. Il secondo è invece un cohousing inglese a Copper Lane, situato nel quartiere Stoke Newington di Londra.
In entrambi i casi il numero di famiglie che compone la comunità non è elevato – si tratta di 6-7 famiglie – ma è evidente che, sin dalla progettazione e fino alla realizzazione, l’approccio e le necessità dei cohousers sono state e sono tuttora sostanzialmente diverse.

La differenza geografica è resa più evidente dal fatto che si tratta di due contesti abitativi ritenuti normalmente in contrasto tra loro ovvero un ambiente di campagna contrapposto a quello di città.

Boterberg

Boterberg è stato progettato in modo da conservare il più possibile il rapporto con la natura – ci troviamo infatti in una riserva naturale – e con modifiche minime all’edificio preesistente, che è tutelato in quanto patrimonio culturale. Le unità abitative sono stata ricavate in quelle che prima erano le stalle, i fienili e le case di servizio. Ciascuna di esse, oltra a poter usufruire di un giardino privato, ha accesso a numerose aree verdi condivise, come il frutteto, l’orto, il bosco e un lago balneabile.
Nel castello inoltre è possibile trovare uno studio di psicoterapia, un’agenzia creativa, una cucina comune a disposizione dei residenti e alcune stanze di foresteria.

Copper Lane

Copper Lane invece è cohousing “di città”, costruito da zero, dove non manca comunque un approccio sostenibile: l’efficienza energetica è stata raggiunta attraverso l’utilizzo di materiali altamente isolanti, finestre a triplo vetro, sistemi di ventilazione per il recupero di calore, associate a soluzioni di produzione ed accumulo di energia rinnovabile, come i pannelli solari.
Per quanto riguarda le aree condivise, troviamo in questo caso diversi spazi interni come la lavanderia e sale per il bricolage, oltre al giardino perimetrale e a un’ampia terrazza centale tra le unità.

Se in Copper Lane il gruppo di abitanti si caratterizza per l’elevato grado di vita comunitaria, partecipando a tutte le decisioni secondo un processo iniziato già dalla coprogettazione e autocostruzione del cohousing, in Boterberg invece la scelta di vivere insieme è più orientata ad una comunità che, pur condividendo momenti di aggregazione e di mutua assistenza, mantiene ampi spazi di vita privata e riservatezza.

Questi due cohousing, nelle loro differenze, sono ottimi esempi di come si possa costruire una comunità di cohousers in molti modi, dando vita quindi modelli di cohousing non prestabiliti, ma che possono declinarsi in base al contesto e alle specifiche esigenze dei futuri abitanti. Homers, ascoltando i tuoi desideri, ti accompagna in un percorso per realizzare il cohousing dei tuoi sogni, progettato su misura per te.

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